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Una foresta rocciosa che emerge dal terreno è la principale caratteristica del Serpentine Pavilion di quest’anno. L’architetto di questa edizione è Junya Ishigami e il suo design rivisita uno degli elementi fondamentali dell’architettura: il tetto.
Photo © AXT Magazine
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Il padiglione è una “leggerissima” copertura in pietra grigio-verde, sostenuta da 106 pilastri bianchi. I pilastri sono disposti senza apparente ordine, per accentuare e ricreare l’idea di foresta naturale.
“Riecheggiando la presenza dei tetti di ardesia che vediamo in tutto il mondo, il tetto di roccia naturale levita come un lembo di tessuto ” – Junya Ishigami
La struttura sembra emergere dal tessuto del parco circostante, come se fosse cresciuto dal terreno stesso, creando un rifugio per la contemplazione.
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Per Ishigami, il padiglione rappresenta il suo ideale di “spazio libero”, caratterizzato dalla costante ricerca di armonia fra le strutture create dall’uomo e quelle che già esistono in natura.
L’architetto stesso paragona la sua opera al mondo naturale, come se fosse un uccello di colore nero con le ali spiegati nella tempesta e i pilastri bianchi a rappresentare le gocce di pioggia.
Ishigami è il quarto architetto giapponese a progettare un padiglione per le Serpentine galleries, seguendo Toyo Ito, Saana e Sou Fujimoto.
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